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ALTRA TERRA E...
28 Jan 2015 12:16 pm
Altra Terra e un altro Sole?
Gli astrosismologi e i ricercatori
dell’Università di Birmingham hanno guidato il team che ha scoperto un
Sistema Solare con cinque pianeti di dimensioni simili a quelle della
Terra, e che risale agli albori della formazione della Via Lattea, la
galassia che abitiamo. Il merito è
ancora una volta della missione NASA Kepler. Sulle colonne di The
Astrophysical Journal è arrivata la notizia di una stella del tutto
simile al nostro Sole, Kepler-444, attorno a cui ruoterebbero cinque
pianeti di dimensioni comprese fra Venere e Mercurio. Kepler-444 è una
stella formatasi 11,2 miliardi di anni fa,
al tempo in cui l’Universo aveva meno
del 20% della sua età attuale. Di fatto, è il più antico Sistema Solare
conosciuto a presentare caratteristiche tanto simili a quello che ben
conosciamo: cinque pianeti di dimensione paragonabile a Terra.
Un’immagine all’infrarosso del sistema stellare Kepler-444 (NIRC2)
“Questo sistema è estremamente peculiare anche dal punto di vista della
compattezza», spiega Alessandro Sozzetti dell’INAF-Osservatorio
Astrofisico di Torino, fra gli autori dell’articolo con un altro
italiano, anch’egli associato dell’INAF-Osservatorio Astronomico di
Padova: Andrea Miglio. “I cinque pianeti si trovano tutti su orbite di
piccole dimensioni, meno di un quinto dell’orbita di Mercurio. Indice di
una forte evoluzione dinamica del sistema, successiva alla sua
formazione. Appena l’1% dei sistemi extrasolari individuati da Kepler ha
caratteristiche simili a quelle di Kepler-444». Il team di ricercatori
si è avvalso delle conoscenze astrosismologiche maturate negli ultimi
decenni: dalla frequenze delle oscillazioni naturali della stella,
causate da onde sonore intrappolate in una cavità risonante situata al
suo interno, è possibile calcolare raggio, massa e, soprattutto, età.
Per l’individuazione dei pianeti invece si ricorre al metodo dei
transiti, che causano oscuramenti più o meno estesi del disco stellare.
L’affievolimento nell’intensità della luce ricevuta dalla stella
consente agli scienziati di desumere la dimensione esatta dei pianeti
partendo dalle specifiche della stella ospite. Tiago Campante, in forze
presso la School of Physics and Astronomy dell’Università di Birmingham,
e primo autore dell’articolo spiega come questa scoperta apra a
conseguenze molto importanti dal punto di vista della teoria della
formazione dei sistemi planetari: “Adesso sappiamo che i pianeti di
dimensioni simili a quelli della Terra si sono formati durante l’intera
storia dell’Universo. 13,8 miliardi di anni: non sono pochi per
escludere che la Galassia abbia già ospitato altre forme di vita nel suo
passato». C’è da tener conto del fatto che al momento in cui la Terra
si è formata, i pianeti di questo antico Sistema Solare erano già più
vecchi di quanto non lo sia il nostro pianeta oggi. Ma quel che è certo,
è che la scoperta fatta dagli astrosismologi aggiunge elementi utili a
fissare un inizio ai processi di formazione planetaria. Secondo il
professor Bill Chaplin, anch’egli dell’Università di Birmingham e leader
del gruppo che nell’ambito della missione Kepler si è occupato delle
stelle di tipo solare, “la scoperta di pianeti extrasolari in orbita
attorno a stelle simili alla nostra, ci spinge a continuare la ricerca
di pianeti simili alla Terra nel vicinato del nostro Sistema Solare».
“Questo eccezionale risultato consolida le potenzialità
dell’astrosismologia nella determinazione dei parametri fisici delle
stelle», sottolinea Ennio Poretti dell’INAF-Osservatorio Astronomico di
Brera, che abbiamo raggiunto per un commento. “Come ha dimostrato il
caso di Kepler-444, la precisa determinazione di massa e raggio delle
stelle ospiti hanno una immediata ricaduta sulla conoscenza degli stessi
parametri dei pianeti. La missione ESA PLATO 2.0 è basata su questo
connubio maturato negli anni proprio tramite le missioni CoRoT e Kepler.
Ma ancor più significativo è l’uso dell’astrosismologia per rivelare
quel dato che le stelle ostinatamente tendono a nascondere, la loro
età». FONTE: Trovati un’altra Terra e un altro Sole?
L'insabbiamento UFO condotto attraverso il «Rapporto Condon»
L’ultima smentita sul fenomeno dei dischi volanti apparve nel 1969, con il «Rapporto Condon
», in onore di un non-scienziato bigotto, il dottor Condon, il quale
aveva diretto questi studi. Egli aveva adottato una tecnica d’indagine
piuttosto interessante, per garantire i risultati voluti, che poteva
venire espressa secondo le seguenti, semplici regole:
REGOLA UNO: Da circa sessantamila rapporti, sceglierne soltanto seimila, che appaiano spiegabili.
REGOLA DUE: Spiegarli in questo modo: La
Commissione ha accuratamente esaminato e valutato o meglio ” ha
studiato in profondità” 6.000 casi di presunti avvistamenti ed attività
di UFO.
«Dei
6.000 casi esaminati (cioè, ” studiati in profondità ”), 5.990 si sono
dimostrati causati da fenomeni naturali, come meteoriti, nubi
lenticolari, inversioni di temperatura, plasma, fulmini globulari, gas
di palude, eccetera. Altri (precisare le percentuali, ha un’aria più
convincente) sono risultati causati da errori da parte degli
osservatori, i quali hanno scambiato per ufos oggetti naturali come
aerei, palloni aerostatici, satelliti artificiali, anelli di fumo, luci
riflesse oppure i pianeti Venere-Giove-Saturno (scegliere il più fulgido
in quel periodo) mentre una certa percentuale va attribuita ad
aberrazioni psicologiche o a falsi deliberati ».
Concludere poi in questo modo:
« In
quanto ai dieci casi tuttora inspiegati, allo stadio attuale dei fatti
mancano dati che consentirebbero di formulare una adeguata valutazione,
ma (e questo è un ma molto importante) non vi è alcuna prova che possa
suggerire che questo pianeta sia stato visitato, o sia tenuto sotto
osservazione, da mezzi artificiali d’origine extraterrestre ». Come volevasi dimostrare.
REGOLA TRE (da
NON pubblicare assolutamente). Non parlare mai degli altri dieci,
venti, trenta, quaranta, cinquantamila casi che non sono stati presi in
esame, ed assicurarsi che tutti i casi imbarazzanti vengano fatti
rientrare in questa categoria.
Furono proprio questi principi direttivi che indussero alcuni scienziati onesti come il dottor James McDonald e il professor J.
Alien Hynek a lavarsi le mani dell’intera faccenda e a pubblicare articoli e rapporti indipendenti.
N.B.-Post a scopo divulgativo senza fine di lucro,ai sensi art.2 comma 1-bis, art. 70 del Fair Use.Conformemente
al Titolo 17 USC Sezione 107, il materiale in questo sito è distribuito
senza profitto a coloro che hanno espresso interesse nel ricevere le
informazioni incluse per la ricerca a scopi educativi.
Rai SPAZIO, 5 TERRE DI 11
MLD DI ANNI
Pianeti delle dimensioni della Terra
avrebbero popolato per lungo tempo
l'universo.Cinque pianeti sono stati
identificati attorno a una stella
lontana nella Via Lattea, una scoperta
che accredita la possibilità di trovare
antiche forme di vita.
Questo sistema solare, antico oltre il
doppio del nostro, si è formato 11,2
miliardi anni fa.Lo rende noto l'Astro-
physical Journal, il risultato si deve
all'università di Birmingham con la
collaborazione dell'Osservatorio di
Torino dell'Istituto Nazionale di
Astrofisica (Inaf). Il sistema solare
'd'epoca' ruota intono alla stella
Kepler 444,
da televideo RAI
Una presenza misteriosa
mai vista prima rivela una particella fantasma scoperta tra i detriti
spaziali raggruppati nello spazio esterno.Esclusivamente svelata dal
Daily Express, la scoperta mostra ciò che si è pensato essere una bolla
contenente degli elementi indispensabili per la nascita di altre forme
di vita.
La bolla che dovrebbe
trasportare microscopici organismi estranei è stata scoperta dal
professor Milton Wainwright e il suo team della University of Sheffield e
la University of Buckingham Centro di Astrobiologia, i quali affermano
che questa bolla rappresenta la prova che gli alieni esistono.
Questa potrebbe anche
essere il prossimo passo nel mettere insieme l'enigma secolare secondo
il quale la vita sulla Terra si è formata grazie agli elementi
essenziali provenienti dallo spazio. Il Professor Wainwright insiste nel
dire che la particella, che si trova tra la polvere e particelle
raccolte dalla stratosfera, è biologica.Simile a un filo di fumo visto
attraverso il microscopio il minuscolo organismo potrebbe essere la
chiave per rispondere la domanda a lungo ponderata :siamo soli
nell'universo?
La particella
decisamente biologica ha la larghezza di un capello umano simile a una
sciarpa di chiffon dall'aspetto spettrale. Possiamo ipotizzare che nel
suo ambiente spaziale questa particella fantasma possa essere costituita
da una bolla vivente che un organismo microscopico alieno potrebbe
gonfiare con un gas più leggero dell'aria che la consente di galleggiare
in aria o in un ambiente dell'universo ancora sconosciuto. La
particella nella foto appare più come un pallone crollato, che nel suo
stato naturale potrebbe essere molto più gonfio.
La comunità scientifica è
andata in subbuglio visto che questa scoperta arriva dopo che lo scorso
ottobre una particella simile è stata scoperta dal professor
Wainwright e il suo team.Entrambe le particelle sono state individuate
inviando alcuni palloni sonda nella stratosfera a 27 km al di sopra
dell'atmosfera terrestre per esaminare le particellen provenienti dallo
spazio. Il Professor Wainwright ha dichiarato che questa scoperta è la
prima del suo genere mai fatta sulla terra. E 'incredibile come
questi organismi appaiono sui recettori di campionamento in una
condizione assolutamente incontaminata privi della contaminazione come
polline, erba o di inquinamento da particelle provenienti dalla terra
per cui si ritiene che la loro origine sia extraterrestre.
Esse producono anche
piccole ammaccature che chiamiamo crateri da impatto quando atterrano
sul campionatore quindi non vi è alcun dubbio della loro origine
spaziale.Lo scorso anno gli Astronauti hanno annunciato di aver trovato
tracce di vita sulla superficie della Stazione Spaziale Internazionale
(ISS) .
La scoperta di tracce di
plancton sulla ISS è unica nel suo genere visto che gli organismi
complessi non sono mai stati scoperti nello spazio esterno.
Gli esperimenti hanno
mostrato in precedenza che i batteri possono sopravvivere al di fuori
del nostro pianeta,anche se la scoperta dei cosiddetti diatomee sostiene
la teoria che il catalizzatore biochimico per la vita umana ha avuto
origine altrove nell'universo.La ricerca si presta a.teorie e
convinzioni che non solo esiste la vita nello spazio esterno, ma che
organismi extraterrestri compresi virus sconosciuti stanno continuamente
piovendo sulla terra.
Il Professor Chandra
Wickramasinghe, direttore del Centro di Astrobiologia di Buckingham
presso l' Università di Buckingham in Inghilterra, ha appena rilasciato
una dichiarazione con la quale afferma che il DNA - i mattoni della vita
- può sopravvivere in dure condizioni extraterrestri. Nel 2011 un
piccolo pezzo di DNA chiamato plasmide è stato inviato nello spazio
dalla Svezia per essere studiato all'esterno del razzo TexUS-49 .
Dopo aver sopportato il
calore di 1,000C il DNA è risultato essere ancora intatto e con le sue
proprietà biologiche originali quando tornò sulla Terra.
Il Professor
Wickramasinghe, che ha a lungo ha ssottolineato che la vita aliena
esiste, ha salutato il risultato come ulteriore prova di questa teoria.
Il ricercatore ha dichiarato che i virus e le particelle virali piovono
costantemente sulla Terra dallo spazio in un processo chiamato
panspermia cometaria.
Il DNA porta il progetto
di tutta una vita, e la sua sopravvivenza durante il viaggio spaziale
per cui è essenziale per sapere se la vita è da considerarsi un fenomeno
cosmico,.Questo risultato dimostra che il DNA e alcuni virus possono
sopravvivere ai rigori dei viaggi spaziali provocati dall'alta velocità
attraverso l'atmosfera di un pianeta. Il risultato dà un forte sostegno
alla teoria di Hoyle-Wickramasinghe sull'evoluzione proveniente dallo
spazio.Questa scoperta va a sostegno della teoria della panspermia
cometaria. Il Professor Wainwright ha aggiunto: "Tutto quello che
abbiamo sulla Terra deriva dallo spazio, compresi gli esseri umani ".
L’interesse degli Ufo per le centrali nucleari Francesi
Il governo francese è in
stato di allerta dallo scorso ottobre 2014, a causa di una notevole
quantità di avvistamenti Ufo segnalati in pprossimità di alcune centrali
nucleari. L'ultima serie di questi avvistamenti risale allo scorso
dicembre in Belgio. La maggior parte dei media sospettano che questi
oggetti sono dei droni, come ufficialmente suggerito dalla EDF.
In tototale sono 18 gli
avvistamenti di questi dispositivi avvenuti in prossimità degli degli
impianti nucleari francesi tra i primi di ottobre e inizio novembre.La
Francia ha un totale di 19 centrali nucleari, 58 reattori tutti gestiti
dalla società EDF. Ai siti nucleari non ci si può avvicinare per un
raggio di cinque chilometri ed essere sorvolati ad una altezza non
inferiore ai mille metri sul livello del mare. Inoltre, lo spazio aereo
sopra le centrali nucleari è monitorato dalla Air Force come parte di un
accordo con l'agenzia EDF. Quest'ultima ha registrato alcun video di
questi sorvoli abusivi.Se sono certi che dei droni stanno visitando
questi impianti, perché non pubblicano le immagini catturate?
Il loro obiettivo
dichiarato in definitiva non sarebbe quello di scovare i veri colpevoli
di queste intrusioni. Forse la pubblicazione di questi video avrebbero
compromesso le indagini? Le autorità hanno a lungo sospettato di
un'azione coordinata da parte di un gruppo sconosciuto.
Il 31 ottobre scorso,
cinque associazioni anti-nucleari (Comitato per la Salvaguardia di
Fessenheim Fessenheim Stop, stop al trasporto nucleare, il Collettivo
Fessenheim Vigilant Citizen e Alsazia Natura) hanno riferito di non
essere responsabil di queste intrusioni.
Greenpeace ha anche
accusato il governo francese di ridurre al minimo il pericolo potenziale
di questi dispositivi volanti sonosciuti.
L'ultimo incidente del 3
gennaio 2015 si è verificato a Nogent-sur-Seine (sud di Parigi), dove
due guardie di sicurezza hanno osservato "due oggetti volanti.
Ricordiamo, che le centrali elettriche, separate da centinaia di
chilometri sono state visitate quasi contemporaneamente il 31 ottobre:
lo stabilimento di Penly (Seine-Maritime), Flamanville (Manche),
Saint-Laurent-des-Eaux (Loir- et-Cher), Dampierre-en-Burly (Loiret) e
Fessenheim (Haut-Rhin).
UFO avvistato dalla ISS: la NASA spegne la diretta streaming
ROMA – Un nuovo caso di avvistamento UFO ha attirato l’attenzione del web.
Durante una diretta streaming della NASA, le telecamere della Stazione
Spaziale Internazionale inquadrano in lontananza un misterioso oggetto
al di sopra dell’atmosfera terrestre.
Pochi attimi dopo, appare un messaggio di scuse dell’agenzia spaziale
americane, che per problemi tecnici ha dovuto interrompere il
collegamento.
Il video riprende, ma con un’inquadratura diversa rivolta verso il cielo della Terra.
Bella, poetica e spettacolare, certamente, ma c’è chi ha trovato più
strano che meraviglioso il cambio repentino di “scena” e l’improvviso
black out delle telecamere.
Proprio in coincidenza dell’avvistamento di quello che a tutti gli
effetti è un UFO (è doveroso ricordare che UFO sta per “oggetto volante
non identificato”, non per “astronave aliena”).
Guardando il video caricato su YouTube da UFO Streetcap1, c’è un oggetto
distante, ma distinto che entra nella visula dell’inquadratura alla
stessa orbita della ISS. La diretta streaming è rapidamente sostituita
da un messaggio che informa gli spettatori che il NASA High Definition
Earth Viewing Experiment sta avendo una sorta di difficoltà tecniche.
L’UFO è visibile in alto, facendo capolino a destra.
La Via Lattea potrebbe essere un tunnel spazio-temporale “stabile e navigabile”
Un team di ricercatori, tra cui anche
l’italiano Paolo Salucci della Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di
Trieste, sulla base delle conoscenze più recenti, ha proposto una teoria
secondo la quale la Via Lattea, la galassia dove si trova il pianeta
sul quale viviamo,
potrebbe essere un gigantesco wormhole,
cioè un cunicolo spazio-temporale attraverso il quale sarebbe possibile
raggiungere un altro punto dell’Universo.
Se ciò fosse vero, infatti, la nostra
galassia sarebbe, come dicono gli studiosi, “stabile e navigabile”. Lo
studio è stato pubblicato su Annals of Physics e condotto con la partecipazione della SISSA.
I
ricercatori hanno tratto le loro conclusioni unindo le equazioni della
Relatività Generale alla mappa estremamente dettagliata della
distribuzione della materia oscura nella Via Lattea.
“Se
mettiamo insieme la mappa della materia oscura nella Via Lattea col
modello più attuale del Big Bang che spiega l’universo e ipotizziamo
l’esistenza dei cunicoli spazio-temporali, allora quello che otteniamo è
che nella nostra galassia potrebbe davvero esserci uno di questi
cunicoli, e che potrebbe addirittura essere grande come la galassia
stessa”, spiega Salucci.
Ma
non finisce qui. “In questo cunicolo si potrebbe anche viaggiarci
dentro, perché, in base ai nostri calcoli, sarebbe navigabile. Proprio
come quello che tutti abbiamo visto nel recente film Interstellar”,
continua l’astrofisico italiano.
I Wormholes
Il
wormhole (buco di verme), più correttamente conosciuto come ponte di
Einstein-Rosen o cunicolo spazio-temporale, è una ipotetica
caratteristica dello spaziotempo che rappresenta essenzialmente una
“scorciatoia” tra un punto dell’universo a un altro.
La
loro esistenza permetterebbe di viaggiare tra questi due punti più
velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza
attraverso lo spazio normale.
Grazie
al recente film “Interstellar” di Christopher Nolan, i wormholes sono
diventati noti al grande pubblico, anche se attirano l’attenzione degli
astrofisici da molto tempo.
Il
wormhole viene spesso detto galleria gravitazionale, mettendo in
rilievo la dimensione gravitazionale strettamente interconnessa alle
altre quattro dimensioni: spazio e tempo.
Questa
singolarità gravitazionale, e/o dello spazio-tempo che dir si voglia,
possiede almeno due estremità, connesse ad un’unica galleria o cunicolo,
potendo la materia viaggiare da un estremo all’altro passandovi
attraverso.
Come riporta Science Daily,
gli autori della ricerca non stanno sostenendo che la nostra galassia
sia sicuramente un wormhole, ma semplicemente che stando ai modelli
teorici quest’ipotesi è possibile.
Si
potrà mai verificarla sperimentalmente? “In via di principio lo si
potrebbe fare confrontando due galassie, la nostra e una molto vicina,
come per esempio la Nube di Magellano”, spiega Salucci, “ma siamo ancora
molto lontani dalla possibilità effettiva di eseguire un confronto del
genere”.
Al di là delle
ipotesi fantascientifiche, lo studio è molto importante perché propone
una riflessione più complessa sulla materia oscura. Gli scienziati a
lungo hanno cercato di spiegare la materia oscura ipotizzando
l’esistenza una particolare particella, il neutralino, che però non è né
mai stata trovata al CERN, né osservata nell’universo.
“Esistono
però teorie alternative, che non ricorrono alla particella, e forse è
giunto il momento per gli scienziati di prendere quest’argomento sul
serio”, afferma Salucci. “La materia oscura potrebbe essere altro, forse
anche un grande sistema di trasporto galattico. In ogni caso è ora che
cominciamo a chiederci davvero di che cosa si tratti”.
Albert Einstein, l'uomo
che ha giustamente teorizzato fatti sorprendenti sul nostro universo, ha
anche osato ipotizzare che non siamo le sole creature a vivere nel
cosmo. Inoltre, Einstein riteneva che il motivo per cui non abbiamo
ancora incontrato gli alieni era perché i nostri metodi di ricerca non
erano del tutto ottimali affinche' si potesse avere un contatto con
altre civilta' intelligenti. Albert
Einstein e' morto due anni prima che l'uomo fosse riuscito a lanciare
il primo satellite nello spazio, lo sputnik. Cionostante i viaggi nello
spazio e il volo dei razzi sono stati teorizzati e fantasticati per
altri decenni da allora. Sorprendentemente, anche se le edizioni digitali
dei documenti di Albert Einstein sono state rese pubbliche, finora,
nessuno di loro ha fatto alcuna menzione circa il volo dei razzi e
viaggi spaziali.
Anche se il
contemporaneo di Einstein il fisico Hermann Oberth,aveva regolarmente
discusso circa la possibilità e l'applicazione pratica della scienza
missilistica e l'invio dell'uomo nello spazio con l'intenzione di
studiare l'ignoto che si cela al di là dei confini della terra, Einstein
sembra che abbia voluto ignorare l'argomento omettendo di menzionarlo
nelle sue carte.
Esplorare le vaste
regioni dello spazio esterno che non erano mai state violate dagli
esseri umani era certamente una prospettiva molto eccitante, e Albert
Einstein era già abbastanza famoso per postulare altre
teoriensull'universo e sui materiali che la componevano.Quindi, quando
un corrispondente del Daily Mail chiese al.premio Nobel circa le sue
opinioni sulla vita extraterrestre o aliena, Albert Einstein disse :
"Ci sono tutte le ragioni per credere che Marte e altri pianeti sono abitati".Si
può solo immaginare come avrebbe potuto essere qualificata la vita
alina dal punto di vista di Einstein. Sembrava che Einstein era
abbastanza sicuro sul fatto che i terrestri sono destinati a incontrare
gli alieni solo dopo aver esplorato Marte. Anche se la scienza moderna
non ha ancora scoperto la prova conclusiva della "vita su Marte,"
i teorici della cospirazione e i cacciatori di UFO sono convinti che
Einstein aveva intuito che sul pianeta rosso si nasconderebbero delle
forme di vita intelligente.Come tutte le sue idee, Einstein aveva una
sua ipotesi sulla vita aliena, arrivando ad affermare che :
"Perché
la terra deve essere considerato l'unico pianeta in grado di sostenere
la vita umana? Cio' non è cosi'singolare come molti vogliono sostenere".
È interessante notare
che l'argomento di Albert Einstein è stato dimostrato proprio in più
occasioni quando le varie agenzie spaziali internazionali, tra queste la
NASA, erano riuscite ad individuare molteplici pianeti simili alla
Terra che avrebbero potuto sostenere la vita. Eppure, finora non è stata
scoperta alcuna forma di vita aliena né gli alieni hanno mai provato a
contattarci, per quanto ne sappiamo, sulla base della nostra attuale
comprensione del concetto di comunicazione inter-specie.
A quanto pare, Einstein
aveva una chiara idea del perché gli alieni non comunicavano con noi di
rilasciando la seguente dichiarazione:
"Ma
se esistono creature intelligenti, come possiamo supporre che
trovandosi altrove nell'universo, esse non possano cercare di comunicare
con la terra attraverso un complesso sistema wireless ?[Radio]." Einstein riteneva semplicemente sbagliato che un'organizzazione come il SETI , si limitasse esclusivsmente nel cercare di sintonizzarsi nel tentativo di captare e decriptare eventuali "onde radio" .
Una cosa era certa per
l'illustre scienziato; la metodologia del SETI non era il modo ideale
per cercare di comunicare con gli alieni.
Invece, Einstein propose
un altro metodo per la ricerca di forme di vita nel cosmo; quello dei
"raggi della luce”, la cui direzione può essere controllata molto più
facilmente per cui sarebbe probabilmente il primo metodo per portare a
termine questo tentativo. È interessante notare che, a quanto pare
Albert Einstein avrebbe avuto ragione circa l'approccio sbagliato del
Seti. Anche se le
onde radio lunghe penetrano più facilmente la polvere diffusa nello
spazio interstellare,le onde visive possono essere indirizzate con
maggiore precisione da qualsiasi forma di vita intenzionsta a stabilire
un contatto con noi Tutto questo fa parte della presunzione di un
arrogante concetto umano?
“Sugli Ufo Obama mente”. Pronta una nuova petizione
Obama? È un gran bugiardo
quando parla- o meglio, quando non parla- degli Alieni. La maggior
parte degli Americani è infatti convinta che la Casa Bianca abbia
mentito nel negare l’esistenza di prove sulla vita extraterrestre.
IL PRESUNTO UFO RIPRESO DURANTE LA CERIMONIA DI INSEDIAMENTO DI OBAMA
Il campione in verità non è molto rappresentativo, visto che si
tratta solo di 300 cittadini Usa contattati da “The Mount Baldy Istitute
for Resonant Viewing” di Boulder, in Colorado. Ma di questi, il 98% crede che il Governo americano sappia molto di più di quello che dice sugli Ufo e il 99% si è detto sicuro che “loro” ci abbiano già visitato in passato… Insomma, una maggioranza bulgara, nel suo piccolo.
La totale mancanza di fiducia nell’amministrazione Obama fa
riferimento alla recente risposta pubblica rilasciata da un portavoce
della Casa Bianca in merito alla due petizioni popolari che chiedevano notizie su eventuali contatti con Esseri di altri mondi. “Non abbiamo alcuna prova
che dimostri l’esistenza di forme di vita intelligente nè informazioni
credibili che entità aliene abbiano mai contatto membri della razza
umana o che qualche notizia in merito sia stata celata alla pubblica
opinione”: questo il tenore della dichiarazione diffusa qualche
settimana fa. “Tutte balle”, hanno in sostanza replicato gli intervistati praticamente all’unanimità.
Altro dato che stupisce, quasi la metà ha suffragato le proprie
convinzioni con il racconto di un avvistamento: insomma, per tanti
americani gli Ufo esistono perchè credono di averli visti con i loro occhi.
Non ne è sorpreso, però, lo scrittore ed ufologo Simeon Hein (direttore
dell’istituto di Boulder che ha effettuato il sondaggio). Dice infatti:
“L’affermazione della Casa Bianca è in contraddizione con quanto risulta da oltre 60 anni di testimonianze.” Secondo Hein, persino l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton fu ostacolato quando cercò di conoscere la verità.
Lo disse lui stesso, nel 2005, durante una visita ad Hong Kong
quando gli fu chiesto che cosa sapeva sull’esistenza degli Alieni. “Ho
fatto di tentativo di scoprire se ci fossero documenti segreti
sull’argomento: se c’erano, li hanno tenuti nascosti anche a me”, disse
Clinton. Aggiungendo:”Non è escluso che qualcuno possa celare oscuri misteri persino
al Presidente degli Stati Uniti. Se è così, sono riusciti ad ingannarmi
e non è senza imbarazzo che vi dico che ho cercato invano di saperlo.”
BILL CLINTON NON EBBE ACCESSO AGLI X-FILES SUGLI UFO?
Le speranze però sono le ultime a morire. E così è già pronta una terza petizione,
sempre all’interno del programma promosso da Obama “We are the people”
che promette risposte a tutte le richieste di informazione firmate da un
numero sufficiente di cittadini. Questa volta, a promuoverla sono i ricercatori Richard M. Dolan e Bryce Zabel per “investigare sui fenomeni aerei non identificati riportati da cittadini, poliziotti, astronauti, piloti e militari”.
Ecco il testo esatto della petizione:”Cercare la presenza di microbi su Marte e segnali radio dallo spazio non è sufficiente. Noi dobbiamo spiegare i Fenomeni Aerei Non-identificati (in inglese Unidentified Aerial Phenomena, o UAP) proprio qui, sulla Terra. Per sei decadi, in tutto il mondo, testimoni credibili (inclusi i presidenti Carter e Reagan) hanno ampiamente descritto oggetti con capacità di volo superiori alla nostra tecnologia.
Gli UAP sono stati spesso vericati dai radar e persino visti vicino ai
siti nucleari da ufficiali militari. Date le implicazioni per la
sicurezza nazionale, gli Stati Uniti dovrebbero condurre un’indagine indipendente. Questa inchiesta deve riesaminare in modo trasparente i principali rapporti di casi di UAP irrisolti con accesso ai documenti classificati. Deve avere il potere di chiamare i testimoni e garantire l’immunità. I risultati dovrebbero essere presentati pubblicamente.”
UNA FAMOSA IMMAGINE: STRANI GLOBI DI LUCE VICINO A CAPITOL HILL
C’è tempo fino al 30 dicembre per raccogliere le necessarie firme-
ben 25mila. Visto il successo delle precedenti petizioni e l’interesse
crescente nell’opinione pubblica su questi argomenti, non sembra un
obiettivo impossibile da raggiungere. Molto più difficile sarà ottenere
finalmente una risposta seria ed adeguata da parte del Governo Usa.
2 nuovi pianeti simili alla Terra si annidano nel sistema solare oltre Plutone!
Ci sono prove
dell'esistenza di almeno due pianeti più grandi della Terra che si
nasconderebbero nel nostro sistema solare al di là di Plutone.Questa
ipotesi è sostenuta da una nuova analisi condotta su degli oggetti
estremi trans-nettuniani" .
Dopo aver studiato 13 di
questi "oggetti trans-nettuniani ", o ETNO, i necrologi di questi
oggetti sono diversi per via di una teoria che dovrebbe predirre le
orbite e mostrare qualche simmetria inaspettata.
Secondo Discovery.com "Il
numero esatto di questi pianeti e' incerto, visto che i dati che
abbiamo sono limitati, anche se i nostri calcoli suggeriscono che ci
sono almeno due pianeti, e probabilmente qualcuno in piu' entro i
confini del nostro sistema solare, per cui crediamo che alcune forze invisibili stanno alterando la distribuzione degli elementi orbitalil ETNO".Carlos
de la Fuente Marcos, scienziato presso l'UCM e co-autore dello studio,
ha prospettato questa teoria in una sua dichiarazione pubblica.
Lo scienziato ritiene
che questi oggetti devono avere una distanza media che la separa dal
sole di 150 unità astronomiche. Queste orbite dovrebbero anche avere una
inclinazione di 0 gradi, secondo quanto pubblicato sul sito Space.com